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Ortaggi di stagione

Coltiviamo un orto in regime di agricoltura tradizionale – senza impiego di fitofarmaci e concimi di sintesi – con colture autunno-vernine (cicoria, cime di rapa, lattuga, cavolfiore, fava) e primaverili-estive (pomodoro, melanzana, peperone, zucchina), i cui prodotti sono destinati tanto alla vendita al dettaglio quanto ad alcuni esercizi della ristorazione, fra i quali Filodolio conta tra i propri clienti alcuni  ristoranti d’eccellenza del Salento come Osteria degli Spiriti, L’Arzilla Furcina, Primo Restaurant, Lerian.

Topinambur

Conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme, o elianto, il topinambur è una pianta rustica e resistente, abbellita da una splendida infiorescenza gialla. Ma ciò che lo rende prezioso, cresce sotto terra: il suo tubero, della consistenza di una patata e con un caratteristico gusto che richiama il carciofo, ha numerose proprietà benefiche: è privo di colesterolo, ricco di fibre, vitamine e sali minerali, tra cui potassio ed acido folico. Contiene, inoltre, grandi quantità di inulina, una fibra idrosolubile, considerata un importante prebiotico, capace di modulare la crescita e lo sviluppo del microbiota intestinale e di alleviare la stitichezza.

Il topinambur presenta sia un basso contenuto calorico che un basso indice glicemico e questo lo rende adatto all’alimentazione dei pazienti diabetici. L’inulina presente, infatti, riduce l’assorbimento dei carboidrati, dei trigliceridi e del colesterolo, contribuendo al miglioramento dei parametri metabolici generali.

In conserva o come prodotto fresco, il tubero di topinambur si presta ad arricchire zuppe e insalate, antipasti e risotti, o a dare chips dal sapore sorprendente

Lo Zafferano

La coltivazione dello zafferano nel Salento risale a diversi secoli fa.

Un documento del 1300, riporta in Zollino il pagamento di dazi doganali proprio tramite la preziosa spezia. Una libbra (circa 30 grammi) di zafferano, ricavata da circa 5.000 fiori, aveva infatti un valore equivalente a quello di un cavallo.

Nel 1480 Antonio De Ferrarris , detto il GALATEO, filosofo, letterato e medico alla corte del Re di Napoli, nel testo “De Situ Japigiae” narra delle coltivazioni di zafferano nei feudi di Galatone, Galatina e Nardò. In quest’ultimo nel giorno di ogni Santisi si teneva anche il mercato annuale della spezia.

La produzione aveva come mercato prevalente quello di Pisa, fino a che questa dovette soccombere alla Repubblica Marinara di Venezia.

Agli inizi del XVI secolo il religioso vicentino Francesco Grassetto da Lonigo, giunto a Otranto nel 1512, descriveva la bellezza del luogo citando la presenza dello “zafaran”.

Girolamo Marciano (Leverano 1571 – 1628) nel suo “Descrizione, Origini e Successi della Provincia d’Otranto scriverà «…. si trova la terra di Maruggio […]. Giace questa Terra in luogo fertile, ameno, e salutifero […] dall’oriente ed occidente campagne ed oliveti con territori fertilissimi d’erbaggi, grani, vini, olii, lini, zafferano, uve passe, fichi, ed altri frutti in abbondanza”.